Il problema, quando devi raccontare il congresso della Fiom, è che non sai da dove iniziare.Tutto è solenne e importante. Inizi dal videomessaggio di Gino Strada in cui dice che “La Fiom è il più importante baluardo di democrazia del Paese”? O dalla foto di Susanna Camusso (cui va l’affetto più grande della platea), di Francesca Re David e Mai Alkaila, l’ambasciatrice della Palestina, e magari intitoli il post “Belle Ciao”?
Oppure, dagli omini che marciano sul maxischermo al ritmo dell’Internazionale, la mattina, prima dei lavori. O dall’affetto con cui è accolto Maurizio Landini, che per la prima volta partecipa al congresso metalmeccanico da segretario confederale. E che vogliamo dire di Adelmo Cervi e della piccola Milka, la vera superstar dei congressi. E della mensa dell’Emilia Romagna?
No, di applausi non voglio parlare. Nemmeno di candidati e di schieramenti. E allora decido di raccontare il congresso Fiom per flash disconnessi, per suggestioni dadaiste. A partire dai delegati, il punto centrale del congresso, compatti tra le file di poltrone della Sala Rossa, tutto rosso, il congresso Fiom. Il tempo dedicato al dibattito, alle voci dei delegati e dei lavoratori, è il più lungo rispetto alla media. Qui, la partecipazione, non sembra soltanto un’enunciazione di principio ma un fatto.
Poi gli ospiti. Un corso accelerato di lotta per i diritti, per la dignità e per l’uguaglianza, parola che dà il titolo al congresso: c’è Liliana Segre, Carla Nespolo, Ilaria Cucchi, Mai Alkaila, Fabio Anselmo, Giuseppe Cannella di Medici per i diritti umani, Leopoldo Grosso, presidente onorario del Gruppo Abele di Torino. Tanto mondo di fuori, tanti di quelli con cui in questi anni “abbiamo intrapreso “La Via Maestra”, la difesa della Costituzione”, dice Francesca Re David, “associazioni come Libera, Libertà e Giustizia, Arci e tanti altri, insieme a personalità come Stefano Rodotà”, il professor Rodotà, grande amico della Fiom, che questa volta non c’è. E manca.
La relazione di Francesca Re David, si potrebbe sintetizzare con il titolo di Repubblica: “Tutti uniti contro impoverimento e solitudine”. Una relazione, anche questa, piena di cose importanti. La richiesta al governo di reintrodurre l’articolo 18 per tutti, l’appello a Fim e Uilm a scendere in piazza: “Costruiamo una grande manifestazione nazionale per dare valore e riconoscere centralità al lavoro industriale nel necessario e urgente cambiamento sociale e del lavoro. Il clima sindacale non è un fatto meteorologico, sta sulle nostre spalle saperlo costruire per cambiare la realtà”.
E poi gli ordini del giorno, dodici, approvati quasi tutti all’unanimità: la candidatura di Riace a premio Nobel per la pace, la fine dell’embargo a Cuba, l’antifascismo, l’antirazzismo e poi la Tav, “un’opera costosa e inutile”. E infine, l’elezione degli organismi, del segretario generale. Francesca Re David eletta col 93% dei voti.
E poi, la sera, dopo i lavori, nessuno prenda impegni. Si disputa la gara per la prima coppa Fiom.
Fortebraccio News
Grazie ai canali social di Fiom nazionale e Fiom Padova per lo straordinario lavoro di documentazione e condivisione.
Io…l’ho vissuto proprio cosi! Grazie ❤
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Bel quadretto! si potrebbe dire di famiglia. Peccato che solo adesso che deve lasciare l’incarico la Camusso. può mettere piede in casa FIOM ed è finalmente gradita. Misteri della fede.
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Ma Fortebraccio era presente? Nel suo anonimato sembra accreditato a tutti i congressi. O più probabilmente ha amici della Camusso che lo informano di tutti i particolari di tutti i congressi. A proposito di rosso io sapevo che c’era un “rosso cgil”, ma adesso ci iscriveremo tutti alla fiom per statuto?
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